Pasta e legumi Biologici
"È il monastero di Montebello visto dall’alto ciò che rappresenta il nuovo marchio della Alce Nero Cooperativa. Fu nelle rovine dello stesso (oggi quasi totalmente ristrutturato) che trenta anni fa nasceva l’idea del biologico, di fare un’agricoltura sana e pulita, di ricostruire quel mondo rurale dove i nostri avi erano vissuti per secoli. È stata facile, quindi, la scelta sia del nome e sia del simbolo con il quale verranno firmate tutte le future battaglie ed esperienze"
Gino Girolomoni fonda la coop Alce Nero, di cui è ancora presidente, nel 1972. Vive con la sua famiglia nell'antico monastero di Montebello, che ha dato il nome al marchio con cui vengono commercializzati i prodotti della cooperativa. Nel 1970, giovanissimo, Gino sposa l'agricoltura bio e ne diviene il paladino, portando la coop Alce Nero a diventare la maggiore produttrice di pasta biologica in Italia, mentre Gino diviene una sorta di ambasciatore del made in Italy organic nel mondo. I cereali vengono coltivati nei terreni della cooperativa e trasfomati al mulino, costruito secondo i principi della bioarchitettura.
"L'agricoltura convenzionale nutre direttamente le piante in maniera artificiale, squilibrata, pur di ottenere grandi raccolti. Ormai si può produrre anche senza terra e senza sole: l'artificio tecnico pare sufficiente e l'ingegneria genetica aiuta in questa direzione.
L'agricoltura biologica parte invece dai presupposti della qualità del prodotto e della salute dell'uomo e dell'ambiente. Il suolo, anziché supporto inerte da sfruttare, viene considerato organismo vivente con bisogni da rispettare. Tre dunque gli obiettivi: salvaguardare la fertilità naturale del terreno, evitare forme di inquinamento, produrre alimenti di elevata qualità nutritiva."
Gino Girolomoni fonda la coop Alce Nero, di cui è ancora presidente, nel 1972. Vive con la sua famiglia nell'antico monastero di Montebello, che ha dato il nome al marchio con cui vengono commercializzati i prodotti della cooperativa. Nel 1970, giovanissimo, Gino sposa l'agricoltura bio e ne diviene il paladino, portando la coop Alce Nero a diventare la maggiore produttrice di pasta biologica in Italia, mentre Gino diviene una sorta di ambasciatore del made in Italy organic nel mondo. I cereali vengono coltivati nei terreni della cooperativa e trasfomati al mulino, costruito secondo i principi della bioarchitettura.
"L'agricoltura convenzionale nutre direttamente le piante in maniera artificiale, squilibrata, pur di ottenere grandi raccolti. Ormai si può produrre anche senza terra e senza sole: l'artificio tecnico pare sufficiente e l'ingegneria genetica aiuta in questa direzione.
L'agricoltura biologica parte invece dai presupposti della qualità del prodotto e della salute dell'uomo e dell'ambiente. Il suolo, anziché supporto inerte da sfruttare, viene considerato organismo vivente con bisogni da rispettare. Tre dunque gli obiettivi: salvaguardare la fertilità naturale del terreno, evitare forme di inquinamento, produrre alimenti di elevata qualità nutritiva."